La storia narra che Santa Maria degli Angeli, importante nodo stradale sulla tratta Roma-Firenze, all’epoca delle diligenze postali fu stazione e deposito di smistamento dei cavalli. Questi erano ricoverati nelle spaziose stalle della casa Boschetti, ove era visibile all’ingresso, sulla vela di una volta, l’immagine affrescata del Santo Protettore degli animali in atto di scongiurare il fuoco che sta per investirlo, simbolo forse del genio epidemico che in quel tempo (circa il 1860) infieriva nelle nostre campagne e che fu dal Santo fermato.
Risulta infatti che il gravissimo morbo non risparmiasse neppure i cavalli dei postiglioni, sì che costoro invocarono non invano con solenne triduo di preghiere il Santo Eremita, riuscendo a soffocare l’epidemia ed a salvare gli stessi cavalli.
La storia dice inoltre che fin d’allora, in segno di devota riconoscenza, i beneficati si proposero di solennizzare la festa del Santo e di offrire alla popolazione una modesta refezione, impegno che fedelmente è stato raccolto dalle successive generazioni e tramandato fino ai giorni nostri da regolare prioranza appositamente istituita. Così nacque la consuetudine del “Piatto di Sant’Antonio”. La regola sulla scelta dei priori è pure originale e mira ad assicurare un vincolo di continuità efficacissimo: ciascuno dei priori in carica deve scegliere, in segreto e liberamente, il proprio successore tra gli amici paesani e bandirne il nome soltanto al venerdì sera precedente la festa.
Ecco il motivo per cui l’Associazione dei Priori del Piatto di Sant’Antonio Abate, nel 2017 ha acquistato una antica Diligenza Postale di colore Giallo modello inglese “THE COACH” con 15 posti a sedere di cui 4 all’interno e 11 esterni. Dotata di attacco a 2 o 4 cavalli, proprio per ricordare l’importanza di questo mezzo di locomozione nella nascita della Festa del Piatto di Sant’Antonio Abate.