PATTI DELL’AMICIZIA
Onore e gloria a Sant’Antonio Abate! La devozione al Santo eremita egiziano risale ai primi secoli cristiani. Si tratta di una figura straordinariamente importante nell’ambito della cultura eremitica orientale con indirette influenze su quello occidentale. In breve tempo il culto del Santo dilagò non solo in Oriente ma anche in Occidente. In verità le sue spoglie furono traslate in Francia, ad Arles, dove ancora oggi sono sepolte. La venerazione del colto Santo abate trovò ragion d’essere e di divenire, nel primo medioevo, nella costituzione delle Confraternite o Compagnie a lui dedicate, sviluppando un’attenzione sociale non solo ai pellegrini, ma anche ai residenti confratelli.
Peraltro l’affido e la protezione degli animali al Santo, lo rese caro a tutti coloro che operavano in Agricoltura e settori economici ad essa connessi. Non di rado l’immagine del Santo era appesa nelle stalle nella piena convinzione cristiana di una protezione degli Animali. La devozione trovò motivo di essere trasfigurata in dipinti e affreschi nella maggior parte delle Chiese italiane ed europee. Non si sottrasse a questa esigenza l’Umbria, Assisi e Santa Maria degli Angeli.
Per la verità la prima testimonianza iconografica la troviamo presente nella tavola di Ilario da Viterbo, che si trova, proprio, sull’altare della Porziuncola. Nella predella è rappresentato il volto del Santo dalla barba bianca. La figurazione pittorica angelana non è la sola immagine del Santo. Infatti, per impegno della Compagnia di Sant’Antonio abate, fu realizzato, proprio all’ingresso destro della Basilica Papale un altare e una serie di affreschi dedicati, esclusivamente a Sant’Antonio Abate con l’essere non solo luogo Fonte battesimale, ma anche, per un tempo, patrono e, più recentemente, coopatrono della Parrocchia locale.
Nondimeno all’altare i Priori, il giorno 17 gennaio, riservano un picchetto d’onore, a significare la riconoscenza della gente angelana. Peraltro,secondo testimonianze locali, un dipinto a guasc del Santo, si trovava, (purtroppo oggi cancellato), nel locale della famiglia Boschetti, laddove avveniva la muta dei cavalli per le diligenze che percorrevano il tragitto da Roma a Firenze. Una memoria che è proseguita nel tempo e che ha trovato ulteriore rimando ad una leggenda della seconda metà del XIX secolo, allorquando per l’intervento del Santo ebbe a cessare la moria dei cavalli. Ovviamente la devozione ebbe, sempre più, ad aumentare, caratterizzandosi non solo con manifestazioni di culto esteriore, ma anche, specificatamente, con la solidarietà verso i poveri del Paese, attraversando, in un crescendo devozionale e di espansione folcloristica, i secoli XIX, XX e XXI, registrando il giorno della processione (domenica dopo il 17 gennaio) una partecipazione popolare umbra di oltre 10.000 persone, coinvolgendo i mass media , e non ultimo le televisioni pubbliche e private. E allo scopo di non disperdere un patrimonio artistico, accumulatosi con il passare del tempo, per iniziativa della Pro Loco si ebbe a costituire un’Associazione che potesse difendere l’autenticità delle fonti storiche e la tipicità angelana.
Si avvertì, altresì, con la presidenza di Antonio Russo, l’urgenza di raccogliere le testimonianze artistiche in un apposito Museo non solo per evitarne la dispersione, ma anche per darne fruizione organica e visibilità per le nuove generazioni, che già sono coinvolte con la nomina dei priorini e delle priorine. Ma soprattutto per suscitare quel sano orgoglio di appartenenza ad una terra unica e ricca di valori. Indubbiamente, nella seconda metà del XX secolo la manifestazione laico – religiosa del Piatto di Sant’Antonio Abate a Santa Maria degli Angeli, avvalendosi dell’impegno e dell’opera dell’Associazione dei Priori emeriti, ha avuto un’accelerazione espansiva, nel rispetto di un assioma: innovazione nella tradizione. Per la precisione, l’Associazione dei Priori e la Prioranza in carica non si sono più limitate ad organizzare manifestazioni, solo nel giorno del Santo, ma si sono adoperati per iniziative che coprono l’intero anno sociale e aree geografiche italiane, con iniziative di storia e di arte. In quest’ambito di relazioni umane, sociali, religiose, folcloriche e di amicizia, l’Associazione Priori del Piatto di Sant’Antonio Abate, in stretta collaborazione con la Prioranza di servizio, ha stabilito una speciale rete spiritual-religioso-sociale con tanti paesi italiani, caratterizzati dalla devozione al Santo Abate e ai valori che informano il messaggio antoniano.
In particolare nel gennaio 2020 ha dato corpo giuridico a questa progettualità ideale di pace e di culto religioso con un Patto di amicizia che ha visto coinvolto la Confraternita dei Nostalgici del Tabar di Sant’Antonio Abate di Concamarise (VR) e la Confraternita de’ “I Discepoli di Sant’Antonio Abate” di Vibonati (SA), con l’entusiastico patrocinio dei tre Comuni di appartenenza: Assisi, Concamarise e Vibonati. Il patto d’amicizia che trova ispirazione negli ideali di fratellanza tra le genti e nella filosofia religiosa antoniana tende a ‘sviluppare e consolidare proficui rapporti di amicizia e di solidarietà , tramite scambi negli ambiti sociali, religiosi, culturali e turistici… al fine di favorire un’ulteriore valorizzazione dei territori di riferimento. Le parti, congiuntamente e di comune accordo, definiranno programmi operativi di attuazione del Patto, individueranno, di volta in volta, gli obiettivi e gli scopi di ogni iniziativa promossa, la tipologia di attività da svolgere, la durata e le forme e le modalità di conduzione delle attività stesse. Ovviamente con durata illimitata e firmato dai presidenti pro tempore: Antonio Russo per l’Associazione dei Priori, Fabrizio Leonardi per la Confraternita dei Nostalgici del Tabar di Sant’Antonio Abate di Concamarise e Giovanni Scognamiglio per ‘I Discepoli di Sant’Antonio Abate’ di Vibonati.
Per maggior contezza l’Associazione dei Priori di Sant’Antonio Abate di Santa Maria degli Angeli non si è limitata al Patto di Amicizia, ma si è relazionata con località che hanno in comune con Santa Maria degli Angeli la devozione al Santo Abate. In particolare l’Associazione dei Priori di Santa Maria degli Angeli ha stabilito relazioni di reciprocità con il Comune di Sant’Antonio Abate (NA), con la Famiglia dei Sant’Antoniari di Gubbio, con la Parrocchia di Sant’Antonio Abate di Galluccio (CE) e Desulo (NU). Senza tralasciare i contatti con l’Antica e la Nuova Società di Sant’Antonio Abate di Sutri (VT). Peraltro l’Associazione angelana, nell’intento di promuovere amicizia e cordialità, storia e cultura, folclore e religiosità, turismo e pellegrinaggi, pace e conoscenza ha stretto sentimenti di affetto e di conoscenza con Riese Pio X (TV), con Marino (Roma), con Pescina e Pratola Peligna (AQ), partecipando alle loro tipiche manifestazioni locali. Con spirito di servizio all’angelanità i Priori, non di rado accompagnati dalle autorità civili e culturali, si sono portati sovente fuori dalle mura amiche per far conoscere la terra di san Francesco, di santa Chiara, di san Gabriele, della Madonna degli Angeli, della Porziuncola, della Basilica Papale e per diffondere il messaggio d’amore di Sant’Antonio abate.
Viva Sant’Antonio abate, Viva Santa Maria degli Angeli, Viva l’Associazione dei Priori del Piatto di Sant’Antonio Abate.
GIOVANNI ZAVARELLA
Patto Amicizia (scarica il PDF)